“Navigare necesse est, vivere non est necesse”. Le regole del buon diportista.
- Tina Noto
- 10 ago 2017
- Tempo di lettura: 4 min

L’Italia, si sa, è «Un popolo di poeti di artisti di eroi / di santi di pensatori di scienziati / di navigatori di trasmigratori». Queste parole, scolpite in stampatello sulle quattro testate del Palazzo della Civiltà italiana in Roma, descrivono la multi sfaccettata indole italiana. Il mare ha sempre rappresentato per l’Italia una risorsa imprescindibile, ma anche una parte essenziale del nostro essere, della nostra cultura e tradizione. O, forse, potrebbe dirsi che NOI ne rappresentiamo una componente. Ormai i tempi di Pompeo Magno sono lontani, il mare che una volta era fortemente inteso come strumento di espansionismo e conquista, oltre a conservare il ruolo di importante mezzo per il commercio ed il trasporto, ha acquistato una sempre maggiore dimensione ludica. La nautica da diporto è il tipo di navigazione sportiva o ricreativa che viene compiuta in acque marittime o lacustri. Il significato della parola diporto (dal francese déporter, sollazzarsi) è proprio svago e ormai l’espressione è utilizzata per indicare per lo più la navigazione per scopi ricreativi. Ma vediamo insieme quali sono le regole basilari per il diportista per evitare di incorrere in situazioni spiacenti che possano rovinare la nostra e la vacanza altrui.
In Italia, la normativa di riferimento è costituita dal Decreto Legislativo 18 luglio 2005 n. 171 “Codice della nautica da diporto ed attuazione della direttiva 2003/44/CE, a norma dell’articolo 6 della legge 8 luglio 2003, n. 172” (G.U. n. 202 del 31 agosto 2005 – Suppl. Ord. N. 148), integrato e coordinato dalle varie ordinanze delle Autorità marittima locali.
Le regole variano in funzione del tipo di unità impiegata, puntualmente classificate nel Codice (art. 3) in natanti, imbarcazioni e navi che possono essere propulse a motore o a vela; tuttavia si possono individuare delle regole generali che ogni Comandante deve sempre tenere a mente in qualità di unico soggetto responsabile a bordo della sicurezza e della integrità della barca, nonché delle vite che la occupano.
Innanzitutto, prima di mettersi in navigazione occorre consultare le condizioni meteo relative a vento e mare per evitare di farsi trovare impreparati in caso di mare grosso o temporale durante la navigazione. Consultare il bollettino meteo è dunque fondamentale.
La velocità di navigazione va modulata e moderata in base al contesto in cui ci si trova: ad esempio, in porto durante le manovre di ormeggio e disormeggio, in un tratto di mare trafficato o vicino alla costa. Per la navigazione in porto, sono dettate specifiche norme quanto alla velocità massima che deve attestarsi tra i 3 ed i 5 nodi.
Ogni Capitaneria di Porto stabilisce, inoltre, per ovvie ragioni di sicurezza, la distanza minima dalla costa che deve essere tenuta dalle unità da diporto, sia a motore sia a vela. Tale distanza varia da 200 a 500 metri, in funzione del tipo di costa (spiaggia, costa, …). È importante mantenere sempre alto il livello di sorveglianza visiva (in gergo, si parla di «rafforzamento della vedetta») e saper assolutamente riconoscere la boa che segnala la presenza di sub che impone 100 metri almeno di rispetto. Transitare al di sotto di tale distanza costituisce illecito penale sanzionabile ai sensi dell’art. 1231 del Codice della navigazione e dell’art. 650 del Codice Penale.
In corrispondenza dell’imboccatura del porto, ha diritto di precedenza chi esce rispetto a chi entra; uscendo dal porto ci si dovrebbe allontanare facendo rotta a 90º rispetto alla riva. Quanto ai limiti di velocità, anche le barche sono tenute a rispettarli. In via generale, il limite massimo è di 10 nodi per tutte le barche che navigano entro 1 chilometro dalle spiagge e 500 metri dagli scogli, ma tali limiti possono variare in funzione delle ordinanze emanate dall’Autorità Marittima competente.
Sono consentiti arrivo e partenza dalla spiaggia, ma alle seguenti condizioni:
- nei corridoi di atterraggio, procedendo a velocità minima e senza mai superare i 3 nodi;
- in assenza di corridoi di atterraggio, in presenza di bagnanti, l’attraversamento della fascia è consentito solo a remi.
Il codice della navigazione prevede che in caso di incrocio senza pericolo di collisione si debba sempre mantenere la destra rispetto alla barca che si avvicina, moderando la velocità. Se, invece, le rotte siano a rischio collisione, l’imbarcazione con migliore capacità di manovra dovrebbe tenersi a distanza da quella con minore capacità.
È importante ricordare che:
il comandante, alla cui autorità sono soggette tutte le persone a bordo, deve accertare che l’unità sia pienamente efficiente e rifornita in relazione al viaggio da intraprendere e che gli ospiti a bordo sappiano come comportarsi in caso di necessità; il comandante deve assicurarsi che siano in ordine: documenti di bordo e personali, le carte nautiche, la strumentazione, la bussola, le dotazioni di sicurezza, gli estintori, la cassetta dei medicinale e la fanaleria. Una regola importante, non codificata, dovrebbe essere quella di fare buon uso della prudenza per evitare fastidi o, peggio, incidenti.
Il buon senso ci suggerisce una serie di ulteriori regole da seguire, quali:
non ancorare troppo vicino alle altre barche; non infastidire i vicini con il rumore del motore acceso, con urla e schiamazzi, radio o musica ad alto volume;
non compiere manovre brusche e procedere sempre con cautela ponendo in essere manovre lente che assicurino il controllo della barca per scongiurare eventuali cadute di passeggeri o perdita del controllo della barca, tenendo presente il fenomeno dell’abbrivio;
evitare di avvicinarsi troppo ad una barca che si lascia andare alla deriva o una barca all’ancora perché ciò provocherebbe le cosiddette “onde di scia”, molto poco gradite. Allo stesso modo, si dovrebbe evitare di provocare onde sulla spiaggia in presenza di bagnanti dovute, ad esempio, alla velocità;
prima di intraprendere la navigazione, è opportuno avvisare qualcuno a terra circa i nostri spostamenti in mare.
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